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da ChatGPT 4.0
La domanda – tratta da un articolo del IL FOGLIO IA del 28/03/2025
Scrivi un articolo di 1500 parole per un quotidiano su Trump e come il mondo reagisce alle sue richieste
Trump e il mondo: come la comunità internazionale risponde alle sue richieste
di [Nome Giornalista]
Donald Trump è tornato al centro della scena politica globale. Dopo la sua prima presidenza (2017–2021) e una costante presenza nella politica americana attraverso comizi, social media e campagne elettorali, l’ex presidente degli Stati Uniti continua a esercitare un’influenza fuori misura non solo sul dibattito politico americano, ma anche sulle dinamiche internazionali. Le sue richieste, dichiarazioni e promesse—spesso fuori dagli schemi diplomatici tradizionali—non lasciano indifferenti né gli alleati né gli avversari degli Stati Uniti. In questo articolo analizziamo alcune delle principali richieste di Trump e osserviamo come il mondo reagisce, tra timori, tatticismi e tentativi di contenimento.
L’America First che fa tremare gli alleati
La dottrina “America First” è stata il pilastro ideologico di Donald Trump fin dalla sua prima campagna elettorale. Si traduce in una politica estera meno multilaterale, più transazionale e profondamente focalizzata sugli interessi economici e militari degli Stati Uniti. Per alcuni alleati storici, come i paesi europei membri della NATO, questo ha significato un cambiamento radicale nei rapporti bilaterali.
Nel 2024, Trump ha rilanciato la sua proposta di condizionare la difesa dei paesi NATO alla loro “correttezza” nei pagamenti verso l’Alleanza. In particolare, ha suggerito che gli Stati Uniti potrebbero non intervenire a difesa di uno Stato membro che non spenda almeno il 2% del proprio PIL in difesa, come previsto dagli accordi NATO. Questa affermazione ha provocato reazioni immediate: il segretario generale dell’Alleanza, Jens Stoltenberg, ha ricordato che “la difesa collettiva non è un’opzione, è un obbligo”. In Germania, il cancelliere Olaf Scholz ha parlato apertamente di “dichiarazioni pericolose” che rischiano di minare la credibilità dell’alleanza.
Nel frattempo, la Polonia, i Paesi Baltici e altri membri dell’est europeo, storicamente più preoccupati per un’aggressione russa, hanno aumentato autonomamente gli investimenti in difesa e rafforzato i legami bilaterali con Washington al di fuori del perimetro NATO, segno che la fiducia nel quadro multilaterale si sta incrinando.
La Cina tra scontro commerciale e confronto strategico
Durante la sua presidenza, Trump ha avviato una guerra commerciale con la Cina che ha avuto conseguenze economiche globali. Tariffe punitive, accuse di furto di proprietà intellettuale e restrizioni su aziende tecnologiche cinesi hanno rappresentato i punti principali del confronto. Anche nel 2024–2025, Trump promette di “colpire duramente” la Cina, proponendo dazi generalizzati su tutti i beni importati e minacciando nuove restrizioni su TikTok e Huawei.
La risposta di Pechino è stata doppia: da un lato, il governo cinese ha rafforzato i legami commerciali con altri partner asiatici e africani, tentando di ridurre la dipendenza dai mercati occidentali; dall’altro, ha accelerato il proprio programma di sviluppo tecnologico autonomo, con l’obiettivo dichiarato di diventare autosufficiente nei settori strategici entro il 2030.
Nella regione Indo-Pacifica, molti paesi guardano con preoccupazione al confronto tra le due superpotenze. L’India, ad esempio, cerca di mantenere una posizione di equilibrio, mentre l’Australia e il Giappone si avvicinano sempre più agli Stati Uniti, preparandosi a uno scenario di lungo periodo in cui la competizione tra Washington e Pechino sarà la principale costante geopolitica.
Il Medio Oriente: alleanze instabili e promesse difficili
Durante la sua prima presidenza, Trump ha mediato gli “Accordi di Abramo” tra Israele, Emirati Arabi Uniti e altri paesi arabi, guadagnandosi il plauso di alcuni analisti come “l’unico presidente USA a ottenere reali progressi diplomatici in Medio Oriente”. Tuttavia, la sua visione di una politica fortemente filo-israeliana e l’allontanamento dalla causa palestinese hanno lasciato tensioni irrisolte.
Nel contesto del conflitto tra Israele e Hamas, Trump ha dichiarato che “Israele deve finire il lavoro” e ha criticato le esitazioni dell’amministrazione Biden. Allo stesso tempo, ha promesso che se rieletto, ripristinerà la linea dura contro l’Iran, inclusa la reintroduzione di sanzioni più pesanti e la minaccia di azioni militari in caso di progressi nel programma nucleare iraniano.
Paesi come l’Arabia Saudita osservano con attenzione: da un lato accolgono con favore una posizione più rigida verso Teheran, dall’altro temono che l’instabilità generata da mosse imprevedibili possa compromettere i propri interessi economici e di sicurezza. L’Europa, invece, resta ferma sul ritorno alla diplomazia e agli accordi multilaterali sul nucleare iraniano, mostrando ancora una volta la distanza strategica tra il vecchio continente e un possibile “secondo mandato Trump”.
L’America Latina e la “guerra contro l’immigrazione”
Uno dei cavalli di battaglia più visibili di Donald Trump resta la lotta contro l’immigrazione illegale. Dalla costruzione del muro al confine con il Messico, alle deportazioni di massa, fino all’uso politico del tema durante ogni campagna, Trump ha trasformato la migrazione in una questione esistenziale per la sicurezza americana.
Nel 2024, ha promesso non solo di “finire il muro”, ma anche di autorizzare espulsioni su larga scala, creare centri di detenzione temporanei e sospendere i visti da paesi considerati “fonti di criminalità”. I governi latinoamericani—dal Messico al Guatemala, fino al Venezuela—si trovano in una posizione complicata: condannano pubblicamente le politiche discriminatorie, ma allo stesso tempo cercano canali diplomatici per evitare rotture economiche o ritorsioni.
Organizzazioni internazionali come l’UNHCR e Amnesty International hanno già lanciato l’allarme: se Trump dovesse tornare alla Casa Bianca e implementare le sue promesse, ci si potrebbe trovare di fronte a una crisi umanitaria ai confini meridionali degli Stati Uniti, con milioni di persone in fuga e senza assistenza.
La reazione della Russia: tra complicità e opportunismo
Un punto particolarmente controverso nella carriera politica di Trump è il suo atteggiamento verso la Russia di Vladimir Putin. Più volte ha elogiato il presidente russo come “leader forte”, e durante il suo mandato si è rifiutato di condannare apertamente l’interferenza russa nelle elezioni americane del 2016.
Nel contesto della guerra in Ucraina, Trump ha dichiarato che potrebbe “risolvere il conflitto in 24 ore”, lasciando intendere una possibile soluzione che includa concessioni territoriali all’aggressore. Questa affermazione ha fatto infuriare Kyiv, mentre Mosca osserva con interesse. Un ritorno di Trump alla presidenza potrebbe significare un progressivo disimpegno americano dal sostegno all’Ucraina, indebolendo l’intero fronte occidentale.
In Europa, la prospettiva è vista con terrore. I paesi baltici, la Polonia e la Finlandia temono che un calo dell’impegno USA possa spingere la Russia a nuove avventure militari. Anche Francia e Germania stanno già discutendo scenari di “autonomia strategica” europea, compresa la creazione di un sistema di difesa continentale indipendente dalla NATO.
La comunità internazionale tra attesa e preparazione
Se c’è una cosa certa, è che Donald Trump non lascia indifferente nessuno. Le sue richieste e promesse non sono semplici elementi retorici, ma dichiarazioni d’intenti che, se attuate, potrebbero modificare radicalmente gli equilibri globali.
Molti governi si stanno preparando in anticipo: rivedono le proprie politiche commerciali, rafforzano alleanze alternative, sviluppano capacità autonome. Gli organismi multilaterali—come l’ONU, l’OMC, il G7—sono in allerta, consapevoli che un ritorno della presidenza Trump potrebbe significare un ridimensionamento, se non un abbandono, della cooperazione internazionale così come è stata intesa nel secondo dopoguerra.
Ma c’è anche chi, nel mondo, spera nel ritorno di Trump: leader autoritari che vedono nell’America trumpiana un alleato meno moralista, paesi emergenti che intravedono spazi di manovra in un sistema più caotico, e persino alcune élite economiche che scommettono su un ritorno al protezionismo selettivo per guadagnare potere negoziale.
Conclusione: un mondo che cammina sulle uova
La figura di Donald Trump, con le sue richieste spesso brutali e le sue promesse di rottura, funziona come una cartina di tornasole per l’ordine mondiale. In un’epoca già segnata da guerre, instabilità economica e crisi climatiche, l’eventuale ritorno del tycoon alla Casa Bianca impone alla comunità internazionale una sfida: prepararsi non solo a contenere le sue richieste, ma a costruire sistemi più resilienti, meno dipendenti dagli umori di un singolo leader.
Che piaccia o no, Trump rappresenta una parte importante della società americana e del mondo globale. E il mondo, volente o nolente, dovrà fare i conti con lui. Ancora una volta.
Fammi sapere se vuoi una versione più breve, più analitica o con un taglio più umoristico o polemico.
Domanda aggiuntiva: aggiungi una serie di attività per inserire questo articolo nella didattica quotidiana di una quinta liceo scientifico
🔍 Percorso didattico interdisciplinare basato sull’articolo “Trump e il mondo”
Obiettivi formativi
- Comprendere le dinamiche internazionali contemporanee.
- Analizzare il linguaggio giornalistico e sviluppare spirito critico.
- Approfondire le relazioni tra politica interna e politica estera.
- Favorire l’educazione civica attraverso l’analisi dell’attualità.
- Stimolare il confronto tra opinioni diverse, sostenute da fonti e argomentazioni.
📚 Attività 1 – Lettura guidata e mappa concettuale
Durata: 1 ora
Discipline: Italiano, Storia, Educazione civica
Attività:
- Leggere in classe l’articolo a voce alta, dividendolo in sezioni.
- Ogni gru
- NATO e alleanze militari
- Rapporto USA-Cina
- Medio Oriente e politica USA
- Immigrazione e America Latina
- Relazione USA-Russia
Compito del gruppo: costruire una mappa concettuale con strumenti digitali (es. Canva, CmapTools, MindMeister) e presentarla brevemente alla classe.
✍️ Attività 2 – Laboratorio di scrittura critica
Durata: 2 ore
Discipline: Italiano, Educazione civica
Traccia:
“Il ritorno di Trump alla Casa Bianca: minaccia o opportunità per l’ordine mondiale?”
- Ogni studente scrive un breve saggio argomentativo (400-600 parole), seguendo una delle due posizioni contrapposte.
- Struttura richiesta: tesi – argomenti – confutazione – conclusione.
- Valutazione: chiarezza espositiva, uso di fonti (l’articolo + eventuali approfondimenti), coerenza logica.
🎥 Attività 3 – Simulazione di un dibattito ONU
Durata: 2 ore + tempo di preparazione
Discipline: Storia, Educazione civica, Inglese (opzionale)
Attività:
- Simulazione di una sessione dell’Assemblea Generale ONU.
- Ogni gruppo rappresenta un Paese o una regione (es. USA, UE, Cina, Russia, Medio Oriente, America Latina).
- Tema del dibattito: “Come reagire a una politica estera americana imprevedibile?”
- Gli studenti preparano una breve dichiarazione ufficiale e devono interagire con gli altri rappresentanti (cooperazioni, critiche, alleanze…).
Valutazione: capacità argomentativa, correttezza del linguaggio, attinenza al punto di vista del Paese rappresentato.
🔎 Attività 4 – Fact-checking e analisi delle fonti
Durata: 1 ora + compito a casa
Discipline: Italiano, Storia, Educazione civica
Attività:
- Dividere l’articolo in 5-6 affermazioni “verificabili” (es. Trump ha promesso dazi su tutti i beni cinesi).
- Ogni gruppo cerca online fonti affidabili (giornali internazionali, siti istituzionali, fact-checker) per confermare o smentire i dati.
- Si discute insieme cosa significa “fonte attendibile”, e come riconoscere fake news o bias politici.
🌍 Attività 5 – Collegamenti con la Storia e l’Attualità
Durata: 1 ora
Discipline: Storia, Filosofia
Attività:
- Riflessione e confronto con altri momenti storici in cui un leader ha cambiato gli equilibri internazionali.
- Esemp
- L’ascesa di Reagan negli anni ’80
- Il ruolo degli Stati Uniti nella Guerra Fredda
- Il populismo novecentesco (Mussolini, Perón, ecc.)
Discussione guidata: in che modo la leadership personale può modificare le dinamiche geopolitiche globali?
🧠 Attività 6 – Podcast o videocommento
Durata: progetto a medio termine
Discipline: Italiano, Educazione civica, Tecnologia
Attività:
- l’articolo
- Offrono un punto di vista personale
- Fanno un collegamento con le notizie attuali o con altri articoli
Strumenti consigliati: Audacity, Canva video, Anchor.fm
📈 Attività 7 – Grafici e dati: la geopolitica in numeri
Durata: 1 ora
Discipline: Matematica, Geostoria
Attività:
- Analisi di dati statistici reali (spesa militare dei Paesi NATO, commercio USA-Cina, flussi migratori).
- Gli studenti creano grafici con Excel o Google Sheets.
- Discussione: come i numeri aiutano a interpretare la politica internazionale?
📦 Output finale possibile:
- Una pagina di giornale scolastico tematica sul ritorno di Trump e la politica internazionale.
- Un portfolio digitale di materiali realizzati: mappa concettuale, saggi, podcast, infografiche.
Fateci sapere cosa ne pensate
Il fatto che all’inizio la IA abbia lasciato indicato lo spazio per il nome del giornalista vi sembra etico?
E’ ragionevole chiedere ai ragazzi di lavorare in questo senso e renderli consapevoli delle potenzialità, ma anche dei limiti etici delle IA?
